43Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; 45vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, 47lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Atti 2, 43-47
Una immagine di speranza. – Luca presenta un’immagine ideali dei primi cristiani. Non è solo una visione rivolta all’indietro, come se un tempo fosse migliore. E’ piuttosto una visione di speranza. Ogni inizio è abitato da una magia, dice Hermann Hesse. La magia della comunità primitiva era avere tutto in comune e, come scrive Luca più avanti, avere un cuor soo e un’anima sola (At 4,32). La comunità ebbe chiaramente un grande fascino sull’ambiente sociale. Luca presenta un’immagine ideale che interpellava sia i greci che gli ebrei. Questa comunità non si caratterizzava solamente per avere tutto in comune, ma anche per la preghiera quotidiana nel Tempio. La preghiera avveniva “insieme”. Legava le persone diverse in un’unità: ebrei e greci, uomini e donne, ricchi e poveri, giovani e vecchi. Per Luca questo era un segno che il Regno di Dio era già benuto.Lo si poteva vedere in una nuova reciprocità.
Un’ideale importante: letizia e semplicità. – I primi cristiani spezzavano il pane nelle loro case, cioé celebravano insieme l’eucaristia. Ricordavano qui i banchetti che Gesù aveva avuto coi suoi discepoli, ma anche coi pubblicani e i peccatori. Celebravano quindi il banchetto con letizia e semplicità di cuore. La semplicità di cuore era un ideale importante per la filosofia stoica. Si riferisce all’uomo che non ha secondi fini, che è puro e chiaro in se stesso, non tirato di qua e di là, ma tutt’uno con se stesso. E la comunità lodava Dio. La sua preghiera era anzitutto una lode a Dio. Lodavano Dio per tutto quello che Dio stesso aveva per loro in Gesù Cristo. Il modo in cui i primi cristiani vivevano e pregavano insieme procurava a loro il favore di tutto il popolo.
Una sfida per l’oggi. – La descrizione della prima comunità di Gerusalemme è una sfida per noi oggi: riusciamo a vivere insieme la nostra fede in modo che le persone ne siano affascinate? Che cosa potrebbe aiutarci a vivere la nostra fede in modo che attiri altre persone? Non si tratta di andare per le strade a evangelizzare. Se celebriamo insieme la liturgia, dovremmo immaginarci che adesso nella preghiera ci uniamo a tutti coloro che stanno con noi nella chiesa. E dobbiamo accettare interiormente quest’unità. Allora, anche quando usciamo dalla chiesa, ci rapporteremo diversamente agli altri. E questo rapporto sarà percepito anche da quanti ci stanno attorno. Possiamo confidare che il modo in cui oggi viviamo insieme come cristiani agirà come un lievito che un po’ alla volta pervade e trasforma la società.
